giovedì 3 novembre 2011

Materiali d'arte, elementi di vita ...




In latino il termine “materia” rimanda a “mater” cioè alle origini, a quello o al luogo da cui si deriva. Il termine “materiali” allora, proprio perché derivante da materia, è maggiormente legato ad un oggetto o ad un’opera e ne indica la materialità fisica, la struttura e anche il “significante” che veicola significati.

I materiali, infatti, non sono presenze prive di significato: essi hanno un’importanza fondamentale nella realizzazione di un’opera ed in quello che esprime. I materiali non sono elementi neutri, muti, fanno parte dell’oggetto ed entrano in un rapporto empatico con ciascuno di noi: quante volte , ad esempio, ci succede di cambiare sedia perché quella di plastica non ci piace.
Cambiando i materiali cambiano i sistemi percettivi ed emotivi e si attua una diversa comunicazione ed un diverso scambio simbolico.

“Nella materia sono i grandi germi della vita e i germi delle opere d’arte”, scrive Bachelard (http://it.wikipedia.org/wiki/Gaston_Bachelard ), e ciò è vero nella misura in cui ciascuno di noi porta dentro di sé un sentire cosmico, un universo fatto prioritariamente di materia, il corpo, e di elementi, quelli della natura, che rimandano ad un immaginario in perenne trasformazione, così come lo è la vita di ogni singola persona.

L’integrazione dell’Io nel tempo e nello spazio (noi siamo spazio, lo spazio del corpo e tempo, i ritmi e i bisogni del corpo), dipende dal modo in cui la madre “tiene” il neonato; la personalizzazione dell’Io dipende dal modo in cui il bambino viene “manipolato” e l’instaurazione della relazione d’oggetto da parte dell’Io dipende dalla presentazione degli oggetti (seno, biberon ..) grazie ai quali il bambino può trovare la soddisfazione ai suoi bisogni che sono prioritariamente fisici.

L’Io quindi è basato su un Io corporeo e, quando tutto va bene, cioè quando vi è un ambiente sufficientemente buono, il bambino comincia a legarsi al corpo ed alle funzioni corporee e la pelle ne diviene la membrana limitante.
Anzieu (http://it.wikipedia.org/wiki/Didier_Anzieu ), nel suo libro l’Io pelle, sottolinea al’importanza che per il bambino ha la superficie dell’insieme del proprio corpo e di quello della madre, superficie che diventa oggetto di esperienze molto importanti per le qualità emozionali, per la stimolazione della fiducia, del piacere e del pensiero.

Non solo la pelle assume una funzione fondamentale costitutiva dell’Io, ma tutti i sensi partecipano a questa incredibile realizzazione dell’opera “persona”, creazione che, proprio a partire dalla sua fisicità, può assumere un posto nel mondo ed interagire con esso e con se stessa.

Il corpo rappresenta quindi il nostro primo materiale, quello con cui ciascun individuo crea, trasforma, realizza se stesso: esso è il medium con cui costruiamo e modifichiamo il mondo e da esso siamo costruiti.

Non solo attraverso i sensi noi entriamo in contatto con il mondo ed al contempo espandiamo l’area, la superficie, lo spazio d’azione del nostro corpo, di noi: ci impossessiamo di quello che ci circonda.

Noi possediamo e siamo posseduti attraverso i sensi, attraverso di essi il mondo entra dentro di noi, ci pervade a volte contro il nostro volere, evocando sensazioni e vissuti: è il mondo dei colori, delle forme, degli odori, dei suoni, dei sapori, del duro e del morbido, del liscio e del ruvido, del freddo e del caldo. E l’esperienza prima di ogni essere umano, quando ancora era il mondo, quella che viene evocata dai sensi attraverso l’esperienza con gli elementi della natura ed i materiali d’arte.

L’esperienza sensoriale rappresenta quindi il punto di partenza di ogni relazione con l’altro da sé e con l’ambiente che circonda ogni persona, della sua storia, quindi, e dei suoi vissuti. Ed è proprio attraverso un’esperienza sensoriale che ogni soggetto può tornare ai propri vissuti ed elaborarli.

Proprio questo rappresenta l’esperienza con gli elementi della natura ed i materiali d’arte: la possibilità di ritorno ad un livello affettivo e di trasformazione di quello che è avvenuto in funzione di un cambiamento di sé, anche nel mondo reale.

La complicità dell’uomo con i materiali risale ai primi ciottoli, alle pietre, alle conchiglie, agli ossi, ai corni a quello che trovava in natura da utilizzare o a cui attribuiva significato in base alla forma; poi sono arrivati i primi interventi sulle forme, le prime trasformazioni funzionali, l’incontro ed il confronto con gli elementi ed i materiali, la creazione e la distruzione che sempre accompagna l’atto creativo.

E’ la storia dell’uomo creatore che fa propri utilizzandoli, gli elementi e i materiali che da essi derivano o a cui rimandano a livello simbolico: ogni persona, nel suo percorso evolutivo, si trova a ripercorrere questo cammino, attraverso le sensazioni ed i sogni che sempre rimandano agli elementi fondamentali, in quanto archetipi dell’immaginazione.

Lavorare quindi con i materiali rappresenta quindi una possibilità ulteriore di dialogo e scambio tra mondo interiore ed esteriore nonché la possibilità di testimoniare a sé e al mondo quello che è avvenuto andando a creare una narrazione materica della propria storia. 

Attraverso l’opera creata si compongono, così, i frammenti della realtà percepita, i ricordi di quella vissuta con la possibilità di intervenire su di essi per elaborarli.

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Liberamente tratto da:
M.G.Cocconi, L.Salzillo, A.Zanolli
Il bambino Creatore
Ed. FrancoAngeli

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