- Notte stellata - Van Gogh -
Le stelle con la loro luce
vibrante lacerano la notte, proiettando lingue dorate nel cielo scuro, come
vulcani emersi dall’abisso. Più in basso, un piccolo villaggio con le finestre
illuminate. Intorno la massa scura della campagna e delle colline....
Forse in quella notte Van Gogh,
mentre lavora alla sua tela, come molte altre volte avrà messo delle candele
sul suo cappello, per riuscire a vedere nell’oscurità profonda. Questo quadro è
stato dipinto durante il suo ricovero nel manicomio di Saint Remy in Provenza ;
è proprio qui nella sua più profonda notte mentale che il suo spirito anela
alla luce splendente della Provenza, agli sprazzi del sole, alla magia delle
stelle .... di quei giorni così scrive al fratello Theo:”in un quadro vorrei
esprimere qualcosa di consolante come una musica. Vorrei dipingere uomini o
donne, con quel non so che di eterno, che un tempo era simboleggiato dal nimbo,
e che noi cerchiamo per mezzo dello stesso sfavillio, la vibrazione delle
nostre colorazioni”.
“Notte Stellata” magico incontro
delle tenebre con la luce; nel momento in cui ogni gioia anche la più semplice
sembra inafferrabile non resta altro che la luce delle stelle.....
A volte ci sentiamo così lontani
dalla felicità da avere la sensazione che non esista più. E’ da tanto tempo che
non ne percepiamo altro che l’eco lontana.
Abbandonare rinunciare? No
quell’eco lontana è la prova che la felicità esiste davvero da qualche parte.
Allora dobbiamo lottare. Non solo contro il mondo esterno, ma contro noi
stessi. Contro le tenebre dell’anima che salgono in noi.
E più ancora non dobbiamo lottare
solo “contro”, ma “per”: per non dimenticare la luce...
Vi sono poi degli strani momenti
in cui la felicità squarcia improvvisamente la disperazione.... quando, nella solitaria
notte della sua più cupa sofferenza Van Gogh, guarda il cielo, sentendo
l’impellente bisogno di fermarlo sulla tela, vi trova forse dei motivi per
essere felice, per sperare, per vivere....
Purtroppo abbiamo l’abitudine di
associare la sofferenza alla creazione e proprio Van Gogh ha sicuramente
contribuito ad alimentare questa convinzione.
Proviamo per un attimo a cambiare
prospettiva, dimentichiamo le sue note biografiche e osserviamo le sue opere per la maggior parte
pervase da una luce quasi abbagliante quasi che il tratto pieno e dinamico anelasse
a tuffarcisi dentro... l’esuberanza della natura lo avvolge e ad essa si
rivolge nello sforzo estremo di non rassegnarsi... scriveva “è veramente nostro
dovere dipingere gli aspetti ricchi e sontuosi della natura. Abbiamo bisogno di
gaiezza e di felicità, di speranza e di amore..... “esprimere la speranza per
mezzo di una stella, l’ardore dell’anima per mezzo dello splendore di un
tramonto...”
E’ il gusto accanito per la vita
che ha spinto Van Gogh a dipingere non solo le sue sofferenze ed è stata
l’impossibilità a continuare a combattere che lo ha portato ad allontanarsi in
un giorno di sole in mezzo ad un campo di grano...