venerdì 24 febbraio 2012

La favola della casa blu ...



Marc Chagall - La casa blu (1917)

Come ho più volte ho ripetuto nei vari post di questo blog, l’arte è un mezzo eccezionale per parlare di noi stessi offrendoci quel vocabolario emozionale che spesso non troviamo con le parole; in questo articolo vedremo come un’opera d’arte possa diventare un contenitore emotivo su cui proiettare parti di noi stessi.
Di seguito un esempio di come l’immagine di un quadro sia in grado di  stimolare il racconto di una favola….

“C’era una volta una casetta piccolina che se ne stava sola sola su una collina a guardare sempre, in lontananza, le belle case grandi del paese vicino. Tutti i giorni si chiedeva: “Chissà se un giorno anch’io diventerò bella e grande come loro? Magari potrò essere la principessa delle case e tutti mi ammireranno, perché anch’io avrò finestre bellissime, ampie e con vetri preziosi. Le mie mura saranno alte, colorate e piene di fregi importanti. Tutte mi invidieranno perché nessuna casa sarà così perfetta come sarò io!”
Ma il tempo passava e la casetta ogni tanto perdeva un pezzo, cadeva una finestra, si apriva una crepa nel muro, il tetto perdeva acqua in tanti punti e addirittura un bel giorno cadde giù la porta. Tutti potevano entrare senza chiedere permesso a nessuno e comunque lei restava lontana dalle altre case sempre sola a guardare. Poi si rese conto che tutte le ferite che venivano fatte alle sue mura e al suo tetto prima o poi l’avrebbero fatta crollare. Fu così che decise, che nonostante tutti i suoi buchi e i pezzi cadenti, doveva fare qualcosa. Non poteva arrendersi e anzi capì di dover partire proprio da quelle crepe, perché la Vita dà la possibilità a tutti di creare bellezza con quello che si ha. La primissima cosa che dovette fare fu quella di imparare a perdonare le altre case che l’avevano ignorata e lasciata sola per tanti anni e poi se stessa per tutti quei buchi e quelle crepe che aveva addosso. Non era per niente facile, ma l’aiutò moltissimo girare lo sguardo da altre parti.
Infatti iniziò a guardare in su, verso le vette del Mondo e in giù, verso le profondità della Terra e ciò che vide gli piacque moltissimo. Su vide Libertà e giù vide Verità. Cominciò così a sentirsi una casa piena, “sgarrupata”, ma piena. Questo non succedeva sempre, però adesso succedeva! La colpì tantissimo vedere che vicino a lei c’erano degli alberi che non aveva mai considerato e gli uccellini spesso si riparavano sotto il suo tetto. Il suo sguardo non arrivava più solo fino al villaggio, andava oltre e si accorse che dalla sua collina poteva vedere addirittura il mare. Ecco che improvvisamente in un bel giorno di sole, iniziò a cantare! Non era un canto perfetto tanto meno speciale, però era sicuramente un canto d’amore! Quel canto arrivava fino al paese delle belle case grandi che aveva osservato per tanti anni, ed ora erano proprio loro che guardavano lei! Ma lei ancora non capiva perché lo facessero: lei era solo una casetta piccolina diroccata e solitaria! Perché ascoltavano il suo canto? Perché la guardavano e sembrava la chiamassero? Non riusciva a capire!
Alla fine la piccola casetta si guardò e vide che era diventata tutta blu e nonostante tutte le ferite che aveva addosso era bellissima.
Non riusciva a crederci!
Anzi erano proprio quelle ferite, quelle crepe, la sua storia e la sua solitudine che l’avevano resa unica, irripetibile, blu e bella! ….. “

Antonella Orecchio

Corso di Antropologia Narrativa Istituto Solaris
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A questo punto perché non provare????
Prendete un libro di Arte o se avete un artista preferito cercate nel web la vostra opera d’arte e poi … un po’ per gioco, che come sappiamo è un’attività molto seria, immergetevi nel dipinto e raccontate una favola …… “C’era una volta …….”


5 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. bellissimo, grazie... mi sento proprio come questa casa blu all'inizio del racconto.

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    1. Ciao Daniela ... grazie per essere passata di qui e per esserti iscritta al blog ... :-)
      Anche a me questa casa piace da morire, mi fa tenerezza e mi ricorda quella che ero: un po' sgarrupata ma di un colore meraviglioso che riempiva gli occhi e il cuore .... Chagall è un poeta, il suo pennello traccia sulla tela ciò che 1000 parole non riuscirebbero a dire ....
      ti abbraccio affettuosamente .. :-)

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  3. Che bello questo racconto!!!
    Io sono Chiara e vengo da te tramite Ilaria...Molto interessante e particolare quello ci cui ti occupi...
    Un caro saluto
    Chiara^^

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    1. Grazie Chiara :-) ... mi piace molto il premio di Ilaria e andrò a curiosare in tutti i blog premiati ... :-)
      Credo moltissimo a quello che faccio e sono arciconvinta che l'Arte possa veramente essere il "filo" che può ricondurci a al centro di noi stesse, come i sassolini di Pollicino ci fa ri-trovare la via di casa ...
      Un abbraccio grande ....
      Gabry

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