domenica 7 ottobre 2012

Perché l’arte aiuta a ri-trovarsi….. (II parte)



“ La semplicità non è uno scopo per l’arte,si giunge alla semplicità malgrado se stessi,avvicinandosi al senso reale delle cose “ C.Zervos

Continuiamo ad esplorare le caratteristiche che fanno dell’Arte un mezzo per ri-trovare se stessi
.
Creare un prodotto tangibile

Nel lavoro artistico diviene di particolare importanza creare con le nostre mani qualcosa di unico e di speciale. Nel corso della storia umana l’arte è stata usata per abbellire e decorare seguendo questa inclinazione a fare qualcosa di unico che è un nostro autentico bisogno.
Alcuni sono in grado di produrre con la pittura o la scultura creazioni straordinarie, altri si limitano a vestirsi in maniera speciale per un’occasione importante o a cucinare piatti elaborati per un evento. Tutti questi modi di fare qualcosa di particolare si collocano sul piano visivo e rispondono tutti ad un aspetto fondamentale del comportamento umano.

Durante un percorso di ArtCounseling si creano prodotti tangibili. L’Artcounseling consente di realizzare qualcosa di duraturo che registra significati, esperienze ed emozioni.
Questa concretezza del prodotto è un vantaggio in quanto, oltre a mettere fuori di sé quello che crea disagio interiore,  permette di documentare idee e percezioni e riesaminarle in un secondo momento confrontandole con altre immagini.

Rivedere quello che si è prodotto nell’arco delle settimane consente di seguire lo sviluppo di temi, eventi, emozioni trovando la possibilità di cambiarne gli esiti.

Creare arte arricchisce la vita
La storia ci fa vedere come persone sottoposte a grandi stress abbiano trovato nell’arte il modo di esprimere e trasformare i conflitti interiori. L’opera creativa di Van Gogh e di atri artisti famosi testimonia questo bisogno.

Secondo Maslow, quando sono soddisfatti i bisogni elementari – cibo,alloggio e sicurezza – le persone manifestano un forte impulso all’auto-espressione. Ma anche quando sono privati delle più elementari necessità alcuni si sforzano ugualmente di esprimersi attraverso le arti.
L’arte non solo può aiutarci a rivelare paure, angosce e altre emozioni stressanti, ma tocca anche l’animo umano negli aspetti più spirituali. Se è vero che la famiglia, il lavoro e gli altri aspetti della vita possono appagarci, le esperienze creative dell’arte possono metterci in contatto con parti di noi inaccessibili alle altre attività.

Secondo Rollo May, grazia, armonia e bellezza ed equilibrio rientrano fra le qualità che caratterizzano le arti visive. L’arte può offrire trascendenza, permettendoci di contemplare e immaginare possibilità nuove attraverso l’espressione visiva e di vivere noi stessi in maniera rinnovata. Tale processo creativo offre occasioni di crescita e cambiamento, conducendo all’individuazione, cioè al raggiungimento del proprio completo potenziale.

Infine, l’arte è un’attività piacevole che rianima, riempie di energia e dà godimento. Le persone sono più vivaci e allegre mentre si dedicano a queste attività e più disposte a comunicare con gli altri una volta terminata l’opera.

Si ritiene che il lavoro artistico renda più flessibili, a realizzare se stessi e a sfruttare le proprie risorse e modalità creative nella soluzione dei problemi.
Se è vero che i due aspetti fondamentali dell’ArtCounseling sono il processo creativo e la comunicazione simbolica, ci sono anche altri aspetti che possono essere considerati fonte di ben-essere.
Al livello più semplice è un’attività che favorisce l’autostima, incoraggia a sperimentare e assumersi rischi, insegna nuove abilità e arricchisce la vita.

Chiunque può fare arte

Un pregiudizio diffuso è che per trarre giovamento da un percorso di Artcounseling sia necessario avere talento artistico. Alcuni temono che se non riescono a produrre lavori artisticamente accettabili il percorso non avrà successo.

L’Artcounseling invece non richiede nessuna preparazione specifica. Disegnare, dipingere e altre forme d’arte sono semplici metodi di espressione accessibili a tutti, indipendentemente dall’età o dalle capacità naturali.

In altre parole, chiunque ha la possibilità di essere creativo attraverso l’espressione artistica.

L’arte come modo di conoscere.

Disegnando, dipingendo, facendo un collage o scrivendo una poesia, cominciamo il processo di esplorazione delle nostre credenze profonde
Possiamo scoprire la ragione del dolore o trovare le fonti della gioia e del potenziale creativo.

L’arte inevitabilmente racconta la nostra storia personale in tutte le sue dimensioni: emozioni, pensieri, esperienze, valori e convinzioni.

Nel processo per rendere tutto ciò visibile mediante l’arte, ci si offre un modo di conoscere noi stessi da una prospettiva nuova e l’opportunità di trasformare tale prospettiva.


mercoledì 3 ottobre 2012

Perché l’arte aiuta a ri-trovarsi….. (I parte)



“ L’arte può essere definita – e utilizzata –
come la mappa esteriorizzata del nostro
se interiore.”Peter London

In un percorso di ArtCounseling la produzione artistica del cliente può aiutarlo a comprendere meglio le sue dinamiche interiori arrivando lì dove il linguaggio non ha ancora parole per esprimersi. Ed è proprio il processo che egli compie per arrivare a quel particolare manufatto la chiave che può aprire la serratura della sua consapevolezza.
Il processo artistico ha quindi, in questo caso, proprietà riparative, trasformative e di auto-esplorazione.

Vediamo ora nello specifico in che modo tutto questo si attua.

Pensiero visivo
Il pensiero visivo è la capacità di organizzare per mezzo di immagini i nostri sentimenti, pensieri e percezioni riguardo il mondo circostante. Usiamo  spesso nella vita quotidiana agganci visivi per riferirci a persone e cose. Tutti conosciamo la frase fatta “un’immagine vale più di mille parole”, o modi di dire sui colori, tipo”verde d’invidia”, “umor nero” o “visione rosa”.
Designiamo e definiamo il mondo mediante descrizioni visive, pensiamo per immagini, usandole spesso per rappresentare idee e sentimenti.
Jung, di cui è noto l’interesse per i simboli visivi nei sogni e nell’arte, sottolineava l’importanza che le immagini rivestono in un percorso terapeutico. Osservava che, lasciando che uno stato d’animo si incarni in una immagine onirica o artistica, lo si comprende più chiaramente e in profondità sperimentando le emozioni che vi sono contenute.
In anni recenti si è scoperto che le esperienze traumatiche spesso sono codificate nella mente sotto forma di immagini ed è del tutto naturale che questi ricordi riemergano come immagini visive. L’arte diventa quindi uno strumento unico per esprimere immagini traumatiche, riportandole alla coscienza in maniera meno minacciosa.

Esprimere quello che le parole non possono esprimere.
A tutti noi è capitato di sentire che certe esperienze ed emozioni sono difficili o impossibili da esprimere a parole. In un percorso di artcounseling le persone sono incoraggiate a esprimere quello che non sanno dire a parole con il disegno, la pittura o altre forme artistiche.
Non essendo un processo lineare vincolato dalle regole del linguaggio verbale (sintassi, grammatica, ortografia, logica), l’espressione artistica è in grado di esprimere simultaneamente molti aspetti complessi.
La terapeuta Harriet Wadeson, una delle pioniere nell’uso dell’arte in campo terapeutico’ parla a questo proposito della matrice spaziale dell’arte: la capacità dell’arte di comunicare relazioni usando linee, forme e colori. Per esempio, spiegare le relazioni fra i membri della propria famiglia può essere difficile, ma disegnando o dipingendo è facile illustrare simultaneamente i diversi tempi, luoghi e legami che li coinvolgono. Quello che richiederebbe una prolissa esposizione verbale può essere espresso più rapidamente da un singolo disegno.
Elementi ambigui, enigmatici o perfino contraddittori possono confluire nella stessa immagine perché l’arte, a differenza del linguaggio, non ha regole di struttura e di organizzazione.
Questa capacità dell’arte di abbracciare elementi paradossali è di grande aiuto per integrare e sintetizzare emozioni ed esperienze conflittuali.

Esperienza sensoriale.
L’arte è un’attività manuale: implica costruire, disporre, mescolare, toccare, modellare, incollare, disegnare, spillare, dipingere, forgiare e altre esperienze concrete.
Disegnare, dipingere e scolpire sono anche esperienze psicomotorie, hanno cioè carattere sensoriale in quanto chiamano in causa vista, tatto, cinestesia, udito e altre modalità sensoriali a seconda dei mezzi usati.
Da bambini, quando scarabocchiamo su un foglio, giochiamo con i materiali o facciamo giochi di fantasia, impariamo attraverso i sensi. Queste esperienze, secondo lo psicologo Eugene Gendlin padre del Focusing implicano un “significato sentito”, la consapevolezza corporea di situazioni, eventi o persone.
Oltre al pensiero, il “significato sentito” è un modo di dare senso alle cose, che ci aiuta a capire e valutare il mondo intorno a noi. Le qualità sensoriali del lavoro artistico ci danno modo di accedere alle nostre emozioni e percezioni più facilmente che attraverso le parole.

Liberazione emotiva
In termini psicologici si parla di “catarsi”. Il termine significa letteralmente “purificazione” indicando con questo l’espressione liberatoria di intense emozioni.
Fare un disegno, un dipinto, una scultura può essere catartico, in quanto offre sollievo da emozioni dolorose e disturbanti portandole fuori da sé.
Il processo in sé della produzione artistica può alleviare lo stress e l’ansia anche creando una risposta fisiologica di rilassamento o modificando lo stato d’animo. Sappiamo, per esempio, che l’attività creativa può di fatto aumentare il livello di serotonina nel cervello, combattendo così la depressione.
Inoltre il lavoro artistico è per alcuni una forma di meditazione che genera calma e pace interiore. Il carattere ripetitivo, rasserenante, che ha per alcune persone dipingere, disegnare o modellare la creta può indurre la risposta di rilassamento, con rallentamento del ritmo cardiaco e respiratorio e alleviare così lo stress.


…… segue nel prossimo post …….


lunedì 1 ottobre 2012

Il pensiero creativo e l'arte ....



Lynne Taetzsch - I flit through life -

La creatività è il rifiuto dello spirito di lasciarsi confinare e comprimere entro norme rigide.
Molte persone creative si vestono in modo eccentrico forse per questa istintiva ribellione agli schemi imposti, o per segnalare la loro indipendenza.

Un pensiero positivo non è né una cosa schematica, né rigida o imposta. La ripetizione meccanica di una formula “magica” inventata da altri, difficilmente cambierà in meglio la nostra vita.

Per cambiare davvero il nostro modo di pensare è utile che diventiamo “creativi”. Questo non significa necessariamente (ma neppure esclude) che ci verranno delle ispirazioni e aspirazioni artistiche di cui non sospettavamo l’esistenza. Tuttavia, qualunque lavoro facciamo e magari decidiamo di continuare a fare, qualunque sia il contesto generale della nostra vita, questa può acquisire maggior “colore”, più brio, una qualità davvero ben diversa e migliore, se il nostro pensiero sarà una creazione spontanea tutta nostra.

Coinvolgere entrambi gli emisferi cerebrali nella formulazione di un pensiero diventa allora di estrema utilità. Così come diventa utile coinvolgere tutti i sensi, tutte le percezioni.

Siamo abituati a “pensare i pensieri”, cioè a lasciarli esclusivamente allo stato larvale nella nostra testa? Ebbene proviamo a lasciare che si trasformino in bellissime farfalle. Impariamo a scriverli e a disegnarli …..

Ritenete di non saper disegnare o non aver mai disegnato? Non importa! Anzi, forse è meglio, perché il vostro stile, personalissimo e unico, non ha ancora subito imposizioni.

Ecco di seguito un esercizio per mettersi all’opera….

Vi servono carta, matita o biro e possibilmente alcune matite o penne colorate.

Ponete l’attenzione su un argomento che desiderate affrontare e portare verso una soluzione positiva.

Scrivete il titolo o la domanda su un foglio. Vi si presenteranno delle parole e delle immagini magari ancora vaghe e apparentemente poco collegate al problema stesso.

Scrivete ugualmente le parole chiave, nel colore che vi sembra esprimere meglio lo stato attuale delle cose. Di fianco mettete un colore che secondo voi esprime lo scopo da raggiungere, e una freccia dello steso colore.

Se a questo punto vi viene spontaneo abbozzare con un disegno la forma del vostro desiderio o scopo, fatelo, sempre con il “colore del futuro”, e fate annotazione di tutte le parole e tutti i concetti che vi si presentano al proposito. Non occorre che questi siano scritti in sequenza orizzontale o verticale, anzi: assegnate loro intuitivamente uno spazio sul foglio, senza per ora valutarne l’importanza.

Potete anche abbreviare, creare o scegliere dei simboli, dei vostri “geroglifici” personali.

I singoli punti di questo insieme di parole, segni e disegni possono essere collegati tra loro per individuare una sequenza delle singole azioni da seguire, o l’ordine di importanza che attribuite loro.

Un simile simbolo, magari colorato, potrebbe diventare un buon ancoraggio per ricordarvi regolarmente uno scopo, una meta da raggiungere, e i due emisferi cerebrali lavoreranno così insieme nella stessa direzione.